Green Building, il futuro dell’edilizia
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Aumenta la domanda di green building anche in Italia, una tendenza positiva in quanto tali edifici, oltre ad essere architettonicamente scenografici, rappresentano un investimento importante per la salvaguardia del futuro. Il World Green Building Council li descrive come strutture che, attraverso la loro costruzione, operano una riduzione, se non l’eliminazione, dei danni derivanti dal cambiamento climatico andando a migliorare la qualità dell’ambiente e della vita delle persone. L’edilizia dunque, rappresentando la quota maggioritaria del consumo di energia e delle emissioni di carbonio nel mondo, rispettivamente un 36% e 37%, procedere verso scenari che contemplano una maggiore attenzione ad un’architettura e ingegneria più sostenibile, e sembra essere la scelta più saggia.
La città che non respira
Integrando la definizione del WGBC, possiamo aggiungere che i green building sorgono seguendo pratiche responsabili sotto il profilo dell’impatto ambientale e della promozione della biodiversità ed efficienti in termini di risorse. Negli ultimi anni, l’attenzione di ricercatori, studiosi e professionisti verso questa materia è stata ampia, avendo riscontrato una serie di importanti benefici ed infinite possibilità di applicazioni.
Le isole di calore urbane
Bisogna considerare che oggi le città risentono dell’alta percentuale dell’urbanizzazione. Il problema che sorge è causato dalla proporzione tra gli spazi verdi e aree cementificate o asfaltate nelle città. Come è riscontrabile dalle mappe dell’ESA, è possibile notare come le zone urbane siano contraddistinte da aree di color rosso, a differenza del colore verde che invece emerge dalle aree dove sono presenti elementi naturali, come i parchi o le rive dei fiumi. E bene, il colore rosso sta a segnalare temperature di gran lunga sopra la media, proprio perché la vegetazione è del tutto assente. Per capirne il motivo dobbiamo fare un inciso e parlare del fenomeno dell’evapotraspirazione. Il concetto alla base riguarda l’evaporazione dell’acqua che si trova in superficie di piante e terreni e che in questo modo rilascia umidità assorbendo il calore presente nell’ambiente. Ciò determina un abbassamento delle temperature.
Il soil sealing
Quello che avviene in città è esattamente il contrario, ossia un impedimento da parte del terreno di poter “respirare” a causa delle asfaltature e della cementificazione dei palazzi che vanno a soffocare il terreno.
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A peggiorare la situazione il fatto che asfalto e cemento assorbono molto più calore e radiazioni solari. Il trend è chiamato soil sealing, ovvero l’impermeabilizzazione del suolo che comporta un innalzamento delle temperature. Un fenomeno parecchio diffuso, considerando che solo in Italia vengono cementificati 16 ettari al giorno. A tutto questo vanno aggiunti i nostri consumi, come l’uso degli impianti di refrigerazione ed il rilascio di sostanze inquinanti. Il risultato è un aumento delle temperature fino a 4/5° e la possibilità di non assorbire attraverso le piante le emissioni di CO2 e anidride carbonica. Fenomeni collaterali sono rischi idrici, di desertificazione ed erosione dei suoli.
La soluzione nei palazzi verdi
Alla luce dei fatti, serve una soluzione per coniugare la vita in città e la sopravvivenza del pianeta. La tecnologia e l’innovazione possono venire in soccorso per riconsiderare i canoni dell’edilizia. La tendenza dei green building, in questo senso, riesce a soddisfare le aspettative coniugando bio-ediliza a design. Ogni edificio è progettato per essere sostenibile e ridurre al minimo il loro impatto sui territori. Le soluzioni si riassumono in un’architettura in grado di sfruttare al massimo le risorse naturali, come la luce del sole, e un’ingegneria che sappia sfruttare i materiali di ultima generazione per il mantenimento delle temperature affinché si possa ridurre l’utilizzo delle pompe di calore e dei condizionatori. Il focus è creare edifici che possano utilizzare soluzioni di autoproduzione e autoconsumo energetico, approfittando di materiali che possano avere una seconda vita o essere smaltiti in modo sostenibile. In questo senso, si abbracciano i temi dell’economia circolare e delle prescrizioni auspicate con le convenzioni e i regolamenti adottati a livello europeo e nazionale per conseguire la neutralità climatica nel più breve tempo possibile. In merito ai materiali edili naturali utilizzabili, vi sono la terracotta in fibra di vetro per la creazione di pannelli per il riscaldamento domestico, la pietra riciclata, i biomattoni composti da canapa e calce ed i coloranti minerali con effetto antibatterico e antimuffa. Nell’ottica dell’autoproduzione i più conosciuti pannelli fotovoltaici ed i serbatoi integrati a circolazione naturale con sistemi di raccolta, depurazione, sterilizzazione e reimpiego delle acque di scarico o quelle piovane.
L’editoriale
A tutto ciò va aggiunto il verde nel vero senso della parola. Tetti, terrazze e marciapiedi ricoperti di piante per ridurre gli effetti del soil sealing, in modo da ombreggiare le superfici calpestabili, isolare gli edifici dalle radiazioni solari, usufruire degli effetti di raffreddamento sia diretti che indiretti e creare zone d’ombra per la città attraverso un piano urbanistico integrato. Il più famoso esempio in Italia è il Bosco Verticale di Milano progettato dall’architetto Stefano Boeri, una foresta urbana studiata per circa 800 piante dotate di sofisticati sistemi di irrigazione e posizionate su terrazze progettate per far crescere liberamente la vegetazione. Ma in giro per il mondo, ed anche nella nostra nazione, i progetti dedicati ai green building stanno crescendo a dismisura, trovando approvazioni a tutti i livelli.
Non ultimi, i vantaggi per gli stessi proprietari degli appartamenti che, oltre a poter vantare abitazioni altamente tecnologiche ed esteticamente affascinanti, godono di risvolti in termini di risparmi economici derivanti dalla riduzione dei consumi.
Benefici su tutti i fronti, nella ricerca di un equilibrio tra natura e civiltà.