L’influenza delle cucine etniche sull’alimentazione italiana
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Negli ultimi decenni, il mondo ha assistito a una crescente globalizzazione che ha avvicinato culture, tradizioni e, soprattutto, cucine diverse. In qualsiasi grande città italiana oggi è facile trovare un vero e proprio melting pot culturale che si riflette non solo nella vita quotidiana, ma anche nelle abitudini alimentari.
L’apertura di ristoranti etnici e l’introduzione di piatti internazionali ha profondamente arricchito l’esperienza culinaria degli italiani, che sempre più spesso si avventurano oltre la tradizione per assaporare sapori e ingredienti esotici. Un fenomeno non si limita all’esperienza gastronomica fuori casa, ma ha influenzato anche la cucina domestica, introducendo nuovi ingredienti in piatti tipici della tradizione Made in Italy.
La presenza dei ristoranti etnici in Italia
Secondo i dati recenti, il numero di ristoranti etnici in Italia è in costante aumento. Tra i più diffusi ci sono i ristoranti cinesi, introdotti in Italia negli anni ’80, sono stati tra i primi a stabilirsi in modo solido nel panorama gastronomico, seguiti da quelli giapponesi, con il sushi che ha conquistato moltissimi italiani. Nel tempo i ristoranti indiani, e quelli mediorientali con kebab e falafel che sono diventati comuni. Anche le cucine sudamericane, soprattutto quelle peruviana e brasiliana, stanno guadagnando sempre più popolarità, offrendo una fusione di ingredienti che affascinano i palati italiani.
A dimostrazione di quanto detto sono diversi gli studi a disposizione. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio sulle nuove aperture, realizzato da TheFork, la principale piattaforma di prenotazione di ristoranti in Europa e Australia, in collaborazione con Format Research, si evidenzia che nel periodo compreso tra ottobre 2022 e settembre 2023, il 17% delle nuove attività ristorative è dedicato alla cucina asiatica. Inoltre, i dati della Fipe/Federazione Italiana Pubblici Esercizi indicano che ci sono oltre 50.000 ristoranti con gestori stranieri attivi in Italia, corrispondenti a quasi il 13% del totale, includendo le cucine etniche.
In base a stime di Nielsen e NielsenIQ, si prevede che il mercato globale degli alimenti etnici crescerà con un tasso medio annuo del 12% dal 2022 al 2027, con i piatti cinesi e giapponesi in prima linea. Questi piatti, oltre a essere consumati nei ristoranti o ordinati per asporto, stanno guadagnando popolarità anche nella preparazione casalinga. Le statistiche mostrano un forte gradimento per le specialità etniche, rivelando un crescente interesse degli italiani per le cucine straniere.
Se si analizzano i ristoranti prenotabili su TheFork, quelli di cucina orientale rappresentano attualmente il 5% dell’intera offerta, pari a circa 1.000 ristoranti. La maggior parte di essi si trova nelle grandi città, con 141 a Milano, 127 a Roma e 56 a Torino, ma anche in città di medie dimensioni come Firenze e Bologna ci sono diverse opzioni. Sono 250 le città italiane in cui è presente almeno un ristorante di cucina orientale. Infine, nel terzo trimestre del 2023, i ristoranti cinesi disponibili su Deliveroo hanno visto un incremento del 21,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma questo è solo un aspetto del panorama attuale.
Cambiamento degli ingredienti nella cucina italiana
L’influenza delle cucine etniche si è fatta sentire non solo a livello di ristorazione, ma anche nella cucina di casa. Ingredienti un tempo considerati esotici sono oggi presenti nei supermercati e nelle cucine degli italiani di tutti i giorni, spesso accostati a prodotti più tipici del nostro territorio. Ad esempio, il latte di cocco, la soia, il tofu, l’avocado, i tacos, il guacamole, l’hummus e il couscous sono ormai comunemente utilizzati anche nelle ricette nostrane. Ingredienti che non vengono più visti come estranei, ma spesso sono integrati nei piatti italiani tradizionali o in nuove creazioni culinarie che fondono la tradizione locale con sapori globali.
Un esempio lampante è il sushi, per tornare alla tematica precedentemente illustrata, che ha trovato un’enorme popolarità in Italia, portando i supermercati a offrire non solo sushi preparato, ma anche ingredienti per la sua realizzazione casalinga, come l’alga nori, il riso per sushi e la salsa di soia. Altri ingredienti come il curry, il cumino e lo zenzero fresco sono diventati parte integrante di molte ricette italiane, soprattutto in piatti che richiedono un tocco speziato e aromatico.
L’evoluzione del gusto
L’apertura delle cucine etniche ha portato gli italiani a sviluppare un palato più variegato e avventuroso. Se una volta la dieta italiana era fortemente ancorata ai sapori mediterranei, oggi gli italiani sono sempre più disposti a sperimentare. Le influenze etniche hanno anche stimolato un maggiore interesse verso le diete vegetariane e vegane, grazie all’introduzione di piatti come il falafel, il tofu o le verdure speziate della cucina indiana e mediorientale.
Un cambiamento di gusto ha influito anche sulla ristorazione tradizionale, con molti chef italiani che hanno iniziato a incorporare tecniche di cucina e ingredienti esotici nei loro piatti. Così, si possono trovare versioni rivisitate di classici italiani che includono elementi tipici di altre culture. Per esempio, una semplice pasta può essere arricchita con spezie orientali o accompagnata da salse a base di yogurt greco, curry o zenzero. Basta aprire il menu di qualsiasi ristorante, non soltanto quelli che si processa “fusion”, per comprendere quanto la composizione dei piatti sia cambiata ed evoluta.
L’influenza delle cucine etniche sull’alimentazione italiana è ormai innegabile. Le abitudini culinarie degli italiani si sono sviluppate in risposta alla globalizzazione, e il panorama gastronomico si è arricchito di nuovi sapori, ingredienti e tradizioni. Una contaminazione positiva, la quale ha permesso di ampliare il repertorio di ricette e di stimolare la creatività culinaria, dando vita a una cucina italiana più inclusiva e variegata, dove la tradizione convive armoniosamente con la sperimentazione e l’innovazione.