Lo studio sulla dieta mediterranea e la longevità italiana
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La dieta mediterranea, come noto, è un regime alimentare che oltre a comprendere ricette gustosissime e saporite, è collegato anche a innumerevoli benefici per la salute e il benessere dell’organismo, proprio in virtù degli ingredienti che lo compongono.
Tra i Paesi che maggiormente adottano questo stile a tavola troviamo certamente l’Italia, che può contare su materie prime di assoluta qualità, grazie al clima favorevole e alla ricchezza diversificata dei suoi territori.
Di recente, uno studio pubblicato da Eurostat ha messo in luce una correlazione tra la longevità salutare italiana e la dieta mediterranea, sottolineando ancora una volta l’importanza di ciò che mangiamo per poter stare bene.
Mangia sano, vivi bene a lungo
Come appena accennato, l’Unione Europea ha pubblicato un report sull’aspettativa di vita sana, collocando l’Italia ai vertici della classifica europea. La dieta mediterranea, caratterizzata da un elevato consumo di alimenti vegetali e grassi monoinsaturi, emerge come un fattore cruciale nel determinare questi risultati positivi.
Nello specifico, la Penisola risulta essere uno dei primi paesi d’Europa, con le donne italiane che possono contare su una media di 67 anni e 9 mesi di vita in buona salute, mentre gli uomini su 67 anni e 2 mesi. Questi risultati posizionano rispettivamente l’Italia al quarto e al terzo posto nella classifica europea (dietro a Svezia e Malta), a conferma di un modello di vita e di alimentazione particolarmente favorevole che è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, l’insorgere di tumori e altre patologie croniche, come il diabete di tipo 2, e a contrastare gli stati infiammatori, contribuendo così a spiegare in parte l’elevata aspettativa di vita in salute della popolazione italiana.
Non è un caso, quindi, che la dieta mediterranea sia riconosciuta a livello internazionale come uno degli stili alimentari più salutari, ed è supportata da solide evidenze scientifiche, condotte da istituzioni come la Harvard T.H. Chan School of Public.
L’alimentazione è fondamentale, ma non basta. Per vivere a lungo e in salute, è necessario infatti, condurre uno stile di vita sano a 360 gradi. L’attività fisica, il riposo, la gestione dello stress e le relazioni sociali sono tutti elementi che influenzano positivamente il nostro benessere e, in questo senso, in Italia si evidenzia un equilibrio perfetto tra lavoro, famiglia e tempo libero, unito a un forte senso di sostenibilità, contribuendo non solo ad allungare la vita, ma anche a migliorarne la qualità.
Chi segue la dieta mediterranea
Lo scorso sabato, la dieta mediterranea ha spento 14 candeline da quando è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Malgrado la sua importanza e il suo impatto sulla salute, sembra perdere terreno tra i giovani italiani. Una recente indagine ha rilevato, infatti, che meno di un quarto dei giovani tra i 18 e i 24 anni segue questo modello alimentare. Ancora più allarmante è il fatto che le nuove generazioni hanno un’idea sbagliata su cosa sia realmente questo regime, associandolo a un consumo eccessivo di proteine e pochi carboidrati. Al contrario, gli over 55 hanno una comprensione più accurata, riconoscendola come uno stile di vita sano e sostenibile.
L’85% degli over 65 dichiara di seguire regolarmente questo modello alimentare ma, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, solo il 5% della popolazione adulta italiana la adotta pienamente. Tuttavia, i dati mostrano che una corretta informazione può fare la differenza: il 75% di coloro che ne comprendono pienamente i principi, la segue quotidianamente.
A frenare la dieta mediterranea tra i più giovani ci sarebbe alcuni fattori, tra cui il costo elevato dei cibi freschi (42%) e la mancanza di tempo (27%). Per il 50% dei 18-24enni, i prodotti freschi sono considerati troppo costosi, mentre per il 38% la preparazione dei pasti richiede troppo tempo.
Tuttavia, i dati a disposizione smentiscono la tesi dei prezzi alti: un carrello della spesa basato sull’acquisto di ingredienti facenti parte di questa tipologia di alimentazione costa mediamente 7,28 euro in meno rispetto a uno standard, dimostrando che mangiare sano e sostenibile rappresenta un percorso alla portata di tutti, anche con un budget limitato, e che il problema risiede nelle abitudini alimentari consolidate, che spesso privilegiano prodotti industriali e preconfezionati, senza contare la sempre maggior presenza di junk food.