Cadmio: cos’è e quali effetti può avere sulla salute
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Il cadmio è un elemento chimico appartenente al gruppo dei metalli di transizione, con simbolo Cd e numero atomico 48. È un metallo blu-biancastro, tenero e duttile, con proprietà simili a quelle dello zinco e del mercurio. Nonostante sia relativamente raro nella crosta terrestre, può essere trovato in piccole quantità in vari minerali.
Il cadmio è noto per essere tossico per gli organismi viventi e può accumularsi nei tessuti vegetali, animali e umani e tali proprietà lo rendono una sostanza di preoccupazione ambientale e sanitaria.È stato utilizzato in passato in vari settori industriali, tra cui la produzione di batterie, pigmenti, plastica, fertilizzanti e leghe metalliche. Tuttavia, molte di queste applicazioni sono state limitate o vietate a causa dei suoi effetti dannosi sulla salute e sull’ambiente. Oggi, le restrizioni sull’uso del cadmio sono più severe, e sono state sviluppate alternative più sicure in molte applicazioni industriali.
Dove si estrae il cadmio
Il cadmio è estratto principalmente come sottoprodotto durante il processo di estrazione dello zinco, poiché spesso è presente in tali minerali. I principali minerali di zinco che possono contenere cadmio includono la blenda (solfuro di zinco), la smithsonite (carbonato di zinco) e la franklinita (zinco-manganese-ferro-ossido). L’estrazione del cadmio è quindi associata all’industria mineraria dello zinco.
Le principali regioni produttrici di zinco al mondo sono spesso anche le principali fonti di produzione di cadmio. Alcuni dei paesi che contribuiscono significativamente alla produzione globale di zinco e, di conseguenza, alla produzione di cadmio, includono Cina, Australia, Perù, Canada e India.È importante notare che il cadmio non è estratto direttamente come metallo primario, ma piuttosto viene recuperato come sottoprodotto durante il processo di lavorazione. L’estrazione del cadmio è strettamente collegata all’industria mineraria dello zinco, e il suo utilizzo è stato ridotto in molte applicazioni a causa delle preoccupazioni per la tossicità e l’impatto ambientale.
Come avviene la contaminazione alimentare
Il cadmio può essere presente negli alimenti a causa della sua presenza naturale nell’ambiente, delle attività antropiche, e può essere assorbito dalle piante durante la crescita.
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In primo luogo, se il terreno in cui crescono le piante è contaminato da cadmio, le radici delle piante possono assorbire questa sostanza tossica. Un fatto particolarmente comune nelle aree industrializzate o vicino a impianti di lavorazione che utilizzano o rilasciano cadmio. Talvolta, anche i fertilizzanti, insetticidi e pesticidi possono contenere cadmio, contribuendo alla sua presenza nel terreno e successivamente nelle colture.
Allo stesso modo, se le acque utilizzate per l’irrigazione contengono cadmio, in questo modo si rischia che questo venga assorbito dalle piante e trasferito ai prodotti alimentari. Rimanendo nell’ambito dell’acqua, il metallo può accumularsi nei pesci e nei frutti di mare se tali specie vivono a lungo e in acque contaminate.
Infine, diversi alimenti trasformati possono contenere tracce di cadmio, in quanto alcuni processi di produzione possono introdurre contaminanti.I cibi che possono contenere quantità significative di cadmio includono vegetali a foglia verde, radici e tuberi, cereali, molluschi e crostacei, nonché il fegato e i reni di alcuni animali. Le autorità regolatorie in molti paesi monitorano e regolamentano i livelli di cadmio negli alimenti per garantire che siano conformi ai limiti di sicurezza stabiliti per proteggere la salute umana.
Perché è pericoloso il cadmio
L’editoriale
Il cadmio è considerato pericoloso sia per la salute umana che per l’ambiente principalmente a causa delle sue proprietà tossiche e della sua capacità di accumularsi nei tessuti viventi.
Dal lato ambientale, quando ad inquinarsi sono le risorse idriche e i terreni agricoli, la sicurezza alimentare viene influenzata direttamente. Le attività industriali, come la produzione di batterie, sono state una delle principali fonti di rilascio di cadmio nell’ambiente. Una volta rilasciato il cadmio può persistere a lungo accumulandosi nel suolo, nell’acqua e nelle piante, continuando a rappresentare una minaccia per la salute. La capacità di accumularsi nei tessuti viventi attraverso la catena alimentare è conosciuta tecnicamente come biomagnificazione. Ciò significa che, anche a basse concentrazioni nell’ambiente, il cadmio può aumentare significativamente nei livelli trofici superiori, come nei pesci che possono essere consumati dall’uomo.
Parlando degli effetti che questo può avere sulla salute umana, l’accumulo di cadmio nell’organismo può causare danni ai polmoni, ai reni e al sistema nervoso. L’esposizione al cadmio può influenzare il sistema riproduttivo, causando danni agli organi riproduttivi e influenzando la fertilità, e problemi di demineralizzazione delle ossa, portando a rischi di fratture. Sintomi più lievi sono mal di stomaco, diarrea e vomito. Può anche essere cancerogeno, aumentando il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumori. A tal proposito, l’International Agency for Research on Cancer lo classifica come sostanza cancerogena di gruppo 1.A causa di questi rischi, molte giurisdizioni hanno introdotto regolamentazioni severe sull’uso del cadmio in vari settori industriali e promuovono pratiche sostenibili per ridurre l’esposizione umana e gli impatti ambientali legati a questa sostanza.