
Il Carnevale di Cento

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Il carnevale è una delle festività più vivaci e coinvolgenti della tradizione italiana, un momento in cui l’allegria si diffonde nelle piazze tra sfilate di carri allegorici, maschere, musica e spettacoli. Da nord sud, ogni città celebra questa festa con le proprie peculiarità, ma alcuni carnevali sono diventati celebri in tutto il mondo, come quello di Venezia, con le sue eleganti maschere, e quello di Viareggio, famoso per i suoi imponenti carri satirici.
Tra i carnevali più importanti d’Italia spicca il carnevale di Cento, una manifestazione che affonda le sue radici nel XVII secolo e che negli ultimi decenni ha conquistato una grande notorietà, anche a livello internazionale. Un evento, che si tiene nella città emiliana in provincia di Ferrara, noto per i suoi spettacolari carri allegorici e per il suo spirito festoso che coinvolge cittadini e visitatori. Il carnevale di Cento si distingue inoltre per il gemellaggio con il carnevale di Rio de Janeiro, che ha contribuito a renderlo uno degli appuntamenti più attesi e suggestivi del panorama carnevalesco italiano.
La città di Cento
Cento è una città situata in Emilia-Romagna, nella provincia di Ferrara, al confine con le province di Bologna e Modena. È famosa soprattutto per aver dato i natali al pittore barocco Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino, le cui opere arricchiscono chiese e musei locali. Il centro storico conserva un fascino tipico delle città emiliane, con portici, palazzi d’epoca e una vivace piazza principale.
Oltre all’arte e alla cultura, Cento è anche un importante polo economico e industriale, grazie alla presenza di aziende manifatturiere, in particolare nei settori della meccanica e dell’industria alimentare. La città mantiene però un forte legame con le sue tradizioni agricole, tipiche della pianura padana.
Il Carnevale di Cento è uno degli eventi che più caratterizzano l’identità della città, attirando ogni anno migliaia di visitatori con le sue sfilate di carri allegorici e la sua atmosfera festosa. Un evento che ha saputo trasformarsi in un grande spettacolo di richiamo internazionale senza mai perdere il legame con le sue radici storiche.
La storia del Carnevale di Cento
Riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Cultura come Carnevale Storico, l’appuntamento annuale si distingue per la sua antica tradizione e per il forte coinvolgimento della comunità locale. Le origini del Carnevale centese risalgono al XVI secolo, quando i festeggiamenti coincidevano con la “Festa del Berlingaccio”. Già in epoca rinascimentale, il fervore culturale della città coinvolgeva anche le Accademie letterarie, mentre nel Seicento il celebre pittore locale il Guercino, ne immortalava le atmosfere nelle sue opere. Tuttavia, l’evento subì uno stop forzato tra il 1629 e il 1631 a causa di epidemie e carestie, per poi riprendere con rinnovato entusiasmo negli anni successivi.
Nel XIX secolo, il Carnevale di Cento cominciò a somigliare sempre più a quello odierno, con l’introduzione dei famosi e caratteristici carri allegorici in cartapesta, che divennero i protagonisti delle sfilate. Nel Novecento, l’evento si arricchì con l’istituzione del “Re del Carnevale”, il personaggio di Tasi, ispirato a una figura popolare locale, la cui maschera viene bruciata simbolicamente al termine dei festeggiamenti, dopo la lettura del suo testamento. Un momento goliardico che elogia i cittadini meritevoli e ridicolizza quelli che si sono distinti in negativo.
Dopo una nuova battuta d’arresto dovuta ai conflitti mondiali, nel 1947 il Carnevale tornò con entusiasmo, trasformandosi in una vera e propria competizione tra le società carnevalesche nella creazione dei carri più spettacolari. A partire dagli anni ’60, l’organizzazione passò alla Pro Loco, che fornì spazi adeguati per la costruzione dei carri, mentre negli anni ’80 la manifestazione iniziò ad acquisire visibilità nazionale e internazionale.
A partire dagli anni ’90 il Carnevale di Cento ha vissuto una trasformazione importante per il suo successo, in particolar modo grazie alla gestione dell’imprenditore Ivano Manservisi. Fu proprio lui a registrare il marchio “Cento Carnevale d’Europa“, portandolo così a livelli di notorietà internazionale e instaurando un gemellaggio con il celebre Carnevale di Rio de Janeiro. Un’intuizione determinante che ha fatto crescere la tradizione del carnevale della città portandolo ai massimi livelli. Oggi, sotto la direzione artistica di Riccardo Manservisi, l’evento continua a rinnovarsi, mantenendo viva la tradizione con uno sguardo contemporaneo.
Il cuore della festa
Il Carnevale di Cento prende piede durante le cinque domeniche precedenti la Quaresima, trasformando centro storico di della città in un palcoscenico all’aperto. Corso Guercino diventa il fulcro dell’evento dove i maestosi e artigianali carri allegorici in cartapesta sfilano accompagnati da figuranti in costume che ballano sulle note di melodie incalzanti. Alle base dell’ideazione di ogni carro vi è la volontà di raccontare una storia, spesso facendo riferimento a temi di attualità, cultura o mitologia. A realizzare tali incredibili opere d’arte sono cinque diverse associazioni cittadine: I Ragazzi del Guercino, i Toponi, i Mazalora, i Risveglio ed i Fantasti100.
Un elemento distintivo del Carnevale di Cento è il tradizionale “gettito”: durante la sfilata, nello specifico a Piazza Guercino proprio dove è posizionata la giuria chiamata a proclamare il carro migliore, dai carri vengono lanciati al pubblico peluche, dolciumi e altri oggetti, in un gesto simbolico di generosità che ha reso questa pratica un segno distintivo della festa.
Altro momento attesissimo è la proclamazione del carro vincitore con l’annesso tradizionale “funerale goliardico” delle società sconfitte colmo di ironia e satira. Nello specifico, conclusa la competizione la società vincitrice ha il compito di organizzare il cosiddetto funerale goliardico delle società che non si sono aggiudicate il primo posto. Proprio come il più classico dei funerali il rito parte con l’affissione di un annuncio funebre, seguito da un corteo processionale che attraversa la città con una cassa da morto simbolica ed una lapide con i nomi delle società perdenti. Il tutto è condito dalla presenza di figuranti vestiti da alti prelati, donne, il lutto ed una folla pronta a ridere, scherzare su ogni dettaglio. Il momento clou è la lettura della zirudella, una composizione satirica che non risparmia nessuno.Grazie alla combinazione di storia, spettacolo e partecipazione popolare, il Carnevale di Cento si conferma ogni anno come un appuntamento imperdibile, capace di affascinare migliaia di visitatori e di raccontare, attraverso le sue sfilate, l’identità e la passione di un’intera comunità.