Il cuore verde di Singapore: quando architettura e natura si uniscono
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Singapore è una delle tre città-stato al mondo, insieme alla Città del Vaticano ed il Principato di Monaco. Situata nel sud-est asiatico, dispone di 733 chilometri quadrati di terra ed ha una popolazione che supera i 5 milioni e mezzo di persone. Nonostante la conformazione geografica non le permetta di avere esigue risorse naturali a propria disposizione, Singapore è una delle città più pulite, vivibili e autosufficienti al mondo grazie ad una serie di innovazioni urbanistiche, ingegneristiche e architettoniche che ne hanno ridotto la dipendenza energetica e resa una delle economie più efficienti e sostenibili.
Il modello sviluppato negli anni nella città-stato sta diventando un esempio per le altre economie del mondo che sempre più ambiscono alla riqualifica urbana sostenibile, bella per gli occhi e soprattutto per la salute dei propri cittadini e del nostro pianeta.
Sostenibilità, verde e innovazione
I dati parlano chiaro. I numeri del World Green Building Council affermano che il settore dell’edilizia e delle costruzioni contribuisce per il 36% alle emissioni di CO2 e per il 50% al consumo di risorse. Tradotto, vi è la necessità di dare una svolta al comparto dell’edilizia per lottare concretamente contro il cambiamento climatico.Il successo di Singapore non è attribuibile solamente ad una serie di tecnologie e innovazioni, bensì anche a politiche adeguate ad agevolare un’economia competitiva, mantenendo un ambiente sostenibile per oggi ed i giorni a venire. La filosofia alla base potrebbe essere riassunta nella frase “non inquinare prima per pulire dopo”, ragionando su come le scelte di oggi possano avere delle ripercussioni nel futuro.
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Uno degli obiettivi principali è quello dell’80-80-80 racchiuso nel Masterplan Green Building, ossia rendere ecologici l’80% degli edifici per il 2030, far sì che l’80% degli edifici nuovi siano a basso consumo energetico e migliorare all’80% l’efficienza energetica. Altro strumento è il Green Mark Incentive Scheme che punta, attraverso incentivi di varia natura, all’utilizzo di tecnologie di costruzione ecocompatibili. Lo Skyrise Greenery Incentive Scheme è invece un finanziamento che copre i costi fino al 50% per progetti inerenti ad installazioni del verde su tetti e facciate di edifici già esistenti. Infine, il programma Super Low Energy, elaborato da governo, istituzioni e mondo accademico, prevede specifiche azioni per migliorare l’efficienza energetica edilizia del 60% rispetto ai codici di costruzione sviluppati dal 2005.
Singapore, la “Città giardino”
Singapore si visita con il naso all’insù. Girando per la città è impossibile non rimanere incantati dalla bellezza dei grattacieli che alti sovrastano le strade. La natura è ovunque e si insinua perfettamente su ogni cosa che incontra. Oltre al fatto estetico, l’attenzione alla natura e al verde è fondamentale per affrontare uno dei maggiori problemi a livello globale, il surriscaldamento.
L’edificazione è una delle principali cause dell’aumento delle temperature nei centri urbani, comportando un innalzamento dei termometri tra l’1 e i 7 gradi in più durante le ore diurne, per poi continuare durante la notte. Edifici e asfalto tendono ad assorbire molto calore e a non far traspirare adeguatamente la terra, impedendo così un effetto raffreddamento naturale. A questo si aggiungono le automobili in giro per le strade e i tanti impianti di refrigerazione. Il tutto è aggravato dalla mancanza di verde in città, lasciando campo libero alle isole di calore urbano.
Come affronta il problema Singapore, città già di suo particolarmente calda e umida? Rendendola semplicemente più verde attraverso progetti urbanistici e ricoprendo tetti e facciate degli edifici con piante di vario tipo. Le piante, infatti, rinfrescano gli edifici facendo risparmiare ai proprietari degli immobili i costi dell’aria condizionata, creano più zone d’ombra e rilasciano acqua che raffredda l’aria. Ma le piante non solo riescono ad assorbire in maniera ottimale la luce del sole, sono perfette per contrastare l’inquinamento riducendo le emissioni di CO2. Per avere un’idea della maestosità di questi palazzi basta dare un’occhiata al CapitaSpring, grattacielo inaugurato nel 2022 e progettato da BIG e lo studio italiano Carlo Ratti Associati. 280 metri di altezza con installate più di 80.000 piante disposte tra giardini pensili, un parco sul tetto e un orto urbano. Un altro esempio è la Nanyang Technical University, tre edifici arcuati ed intersecati tra di loro con i tetti ricoperti di prato. La struttura sembra quasi una collina e diventa parte integrante del paesaggio naturale circostante. Non a caso nel 2018 l’Università si è aggiudicata il premio come Edificio dell’Anno al World Architecture Festival.
Progetti di Green Building
A rendere davvero sostenibili gli edifici di Singapore è anche l’economia circolare, presente in ogni fase di progettazione, dalla costruzione alla demolizione. Considerando il clima tropicale e le scarse possibilità di essere autosufficiente in termini di risorse, la città-stato ha elaborato strategie di progettazione incentrate sulla riduzione del consumo energetico e delle emissioni di CO2.
L’editoriale
Un caso esemplare è quello dello Zero Energy Building (ZEB) della BCA Academy, il primo edificio completamente energicamente autosufficiente. Oltre all’utilizzo di materiali di costruzione ecologici e di riciclo, l’architettura dell’edificio è studiata per minimizzare gli impatti ambientali. L’orientamento della struttura ha permesso di sfruttare al massimo l’utilizzo del raffreddamento e dell’illuminazione naturale e al contempo ottimizzare l’efficienza energetica attraverso l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Anche in questo caso, le piante non mancano con varie zone ricoperte di verde.
Singapore in quanto ad architettura e urbanistica è una città all’avanguardia, dove creatività e multifunzionalità non mancano. Tra progetti di rimboschimento del manto cittadino ed una consapevolezza ambientale rara, la città-stato sotto questi punti di vista può solo essere ammirata.