Il Festino di Santa Rosalia di Palermo
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L’Italia è un Paese che fa delle sue tradizioni locali un marchio distintivo unico nel proprio genere, che rendono la Penisola un luogo magico e meraviglioso in ogni territorio, con autenticità che si tramandano da generazione in generazione offrendo l’occasione per i cittadini e per i turisti di poter rivivere il passato con un occhio al presente, mantenendo intatti gli usi e i costumi del tempo che fu, in un’atmosfera in cui niente è lasciato al caso in un mix tra sacro e profano che cattura l’interesse e stimola la curiosità anche dei più scettici.
In questo contesto le Feste Patronali rappresentano l’essenza di quanto appena detto, e in ogni città o paesino anche minuscolo vengono celebrati i Santi e le Sante che proteggono i cittadini, con eventi, fiere e riti antichissimi. Tra le Feste più conosciute in Italia troviamo certamente il Festino di Santa Rosalia di Palermo, giunta alla sua 400esima edizione una giornata che ferma letteralmente il capoluogo siciliano, in un appuntamento imperdibile e da celebrare senza se e senza ma, per ricordare la storia della Santa e ringraziarla per quanto fatto ormai 400 anni fa.
Le origini della Santa Rosalia
La Festa di Santa Rosalia a Palermo può essere considerata una ricorrenza importante al pari del Natale o della Pasqua. Sebbene non sia da sempre la Santa Patrona della Città, in quanto prima, al tempo del Regno delle Due Sicilie, il capoluogo era protetto da quattro Sante, ovvero Cristina, Ninfa, Agata e Oliva, la Santuzza è divenuta l’unica e sola patrona nel lontano 1624.
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Ma per scoprire la sua storia nella sua interezza dobbiamo fare un altro grande passo indietro, in un viaggio nel passato che ci porta intorno al 1100. Allora, Rosalia, giovane bella, figlia del Conte de’ Marsi e nipote di Ruggero D’Altavilla, colui che cacciò i musulmani dalla Sicilia, nella sua quotidianità di corte attira le attenzioni di un Principe di Baldovino che ottiene la sua mano dopo aver ucciso un leone che attentò alla vita di Ruggero durante una battuta di caccia sul Monte Pellegrino. La giovane, già intenzionata a seguire la vita religiosa, rifiutò il matrimonio e scappò, rifugiandosi nella grotta del Pellegrino, nei pressi di Palermo.
Torniamo ora al 1624. In Sicilia imperversa la peste, e morte e disperazione sono di casa nel capoluogo siculo. Malgrado le preghiere e le invocazioni alle quattro sante patrone la pestilenza non si arresta e la popolazione è stremata e sconfortata. Un giorno, come racconta la leggenda, un cacciatore che si trovava nei pressi del Monte Pellegrino viene colto da una forte tempesta, smarrendo la strada. E proprio in questa circostanza che la Santuzza appare al povero malcapitato, imponendogli in dialetto palermitano di avvertire il Vescovo che le sue ossa erano all’interno della suddetta grotta e facendo una predizione sulla sua imminente morte a causa della peste.Il cacciatore, come detto da Rosalia, colpito dalla pestilenza, comunica il messaggio al Vescovo che si reca nella Grotta del Pellegrino per raccogliere i resti della ragazza e portandoli in una processione solenne per le vie della città di Palermo. Era il 15 luglio 1624, data del miracolo: in breve tempo la peste finì e da quel giorno e per i successivi 400 anni per i palermitani esiste una e una sola santa, la Santuzza, Rosalia.
Cosa succede durante la Festa di Santa Rosalia
Come appena detto, ogni 15 luglio la città di Palermo si ferma per celebrare e ringraziare la Santa Rosalia, con una festa, o meglio un Festino, caratterizzata da riti e processioni di carattere religioso che rimangono intatti dal lontano 1625. Ma non solo. Durante quello che può essere considerato uno degli appuntamenti più importanti dell’intera Sicilia, i cittadini vengono intrattenuti da esibizioni e spettacoli musicali e artistici che costellano tutto il centro storico, con gli artigiani che danno il meglio di se per esibire e creare le proprie opere, illuminando la città. I partecipanti ovviamente possono gustare anche specialità culinarie nei tanti chioschi e bancarelle presenti sulle vie principali coinvolte nell’evento, richiamando alla tradizione regionale e locale, con pietanze iconiche e gustosissime, come la pasta con le sarde, il polpo bollito e le lumache.
L’editoriale
Il Festino, sebbene sia il 15 luglio il giorno della celebrazione, inizia però nella notte del 14 quando il carro della Santuzza parte da Palazzo dei Normanni per fermarsi alla Cattedrale, per poi essere portato circondato dalla folla per tutto il viale principale di Palermo, il cosiddetto Cassaro per giungere a Piazza Vigliena, con il Sindaco che depone dei fiori ai piedi della statua raffigurante Santa Rosalia. Ultima tappa della processione il passaggio oltre la Porta Felice, arrivando finalmente al mare, dove incredibili fuochi d’artificio concludono la festa (e la peste”).
Il giorno dopo è il tempo della preghiera e delle celebrazioni prettamente religiose, con i palermitani che ritornano in processione, questa volta per portare in giro per la centro storico l’urna argentea contenente la reliquia di Santa Rosalia.La Santuzza viene infine ricordata anche il 4 settembre, data della sua morte, datata 1170, con le celebrazioni che dal centro di Palermo si spostano nel Santuario di Santa Rosalia, nei pressi del Monte Pellegrino, luogo in cui la Patrona morì, con i fedeli impegnati nella festa liturgica.