Impianti agrivoltaici: opportunità per agricoltura e ambiente
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Gli impianti agrivoltaici sono sistemi che combinano la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con le attività agricole, garantendo la continuità e la qualità delle colture. Si tratta di una soluzione innovativa che offre diversi vantaggi, sia economici che ambientali, per gli agricoltori e per il territorio.
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Cos’è e come funziona un impianto agrivoltaico
Un impianto agrivoltaico è costituito da moduli fotovoltaici installati su strutture mobili o fisse, che possono essere orientate in base alla posizione del sole e alle esigenze delle piante. Gli impianti agrivoltaici possono essere di diversi tipi, a seconda della forma, dell’altezza, della densità e della tecnologia dei pannelli solari. Alcuni esempi sono:
- Impianti a pergola: i moduli fotovoltaici sono disposti su una struttura aerea, che lascia spazio al di sotto per le colture. Questa soluzione è adatta per le colture arboree, come la vite o gli ulivi, o per le colture orticole, come i pomodori o le melanzane.
- Impianti a tenda: i moduli fotovoltaici sono disposti su una struttura inclinata, che copre parzialmente le colture. Questa soluzione è adatta per le colture erbacee, come il grano o il mais, o per le colture foraggere, come il fieno o l’erba medica.
- Impianti a sandwich: i moduli fotovoltaici sono disposti su due livelli, uno superiore e uno inferiore, che creano una camera d’aria tra di loro. Questa soluzione è adatta per le colture che richiedono una protezione dal calore e dalla luce eccessivi, come le fragole o i lamponi. Gli impianti agrivoltaici producono energia elettrica che può essere autoconsumata dall’azienda agricola, immessa nella rete elettrica o accumulata in batterie. Inoltre, gli impianti agrivoltaici possono integrare altri servizi, come la raccolta dell’acqua piovana, la fertirrigazione, il monitoraggio delle condizioni climatiche e la protezione dalle avversità atmosferiche.
Quali sono i benefici degli impianti agrivoltaici
Gli impianti agrivoltaici offrono numerosi benefici, sia per gli agricoltori che per l’ambiente.
Tra questi, possiamo citare:
- L’aumento del reddito agricolo: gli impianti agrivoltaici consentono di diversificare le fonti di guadagno, grazie alla vendita o al risparmio dell’energia elettrica prodotta. Inoltre, gli impianti agrivoltaici possono migliorare la produttività e la qualità delle colture, grazie alla regolazione della temperatura, dell’umidità e dell’irradiazione solare.
- La riduzione dell’impatto ambientale: gli impianti agrivoltaici contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra, grazie alla produzione di energia pulita e rinnovabile. Inoltre, gli impianti agrivoltaici favoriscono la conservazione del suolo, della biodiversità e del paesaggio, grazie alla limitazione dell’erosione, della
desertificazione e della cementificazione. - L’innovazione tecnologica e sociale: gli impianti agrivoltaici rappresentano una sfida e un’opportunità per lo sviluppo di nuove competenze e nuove forme di cooperazione tra gli attori del settore agricolo e energetico. Inoltre, gli impianti agrivoltaici possono stimolare la partecipazione e la sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni sul tema della transizione ecologica.
Possibilità di finanziamento per gli impianti agrivoltaici
Gli impianti agrivoltaici sono oggetto di diverse misure di sostegno e di incentivazione, sia a livello nazionale che europeo. Tra queste, possiamo citare:
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- Il decreto ministeriale del 23 dicembre 2023: il decreto prevede la concessione di un contributo in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili e di una tariffa incentivante sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete per gli impianti agrivoltaici innovativi. Il decreto si applica agli impianti con una potenza compresa tra 20 kW e 1 MW, realizzati entro il 30 giugno 2026, e prevede una dotazione finanziaria di 350 milioni di euro, a valere sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
- Il Piano di Sviluppo Rurale 2023-2027: il piano prevede la concessione di aiuti per gli investimenti nelle aziende agricole, tra cui rientrano anche gli impianti agrivoltaici. Il piano si applica agli impianti con una potenza inferiore a 200 kW, realizzati in aree rurali, e prevede una dotazione finanziaria di circa 8 miliardi di euro, a valere sui fondi del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.
- Il Conto Termico 2.0: il conto prevede la concessione di un incentivo per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, tra cui rientrano anche gli impianti agrivoltaici dotati di sistemi di cogenerazione. Il conto si applica agli impianti con una potenza inferiore a 1 MW, realizzati in tutto il territorio nazionale, e
prevede una dotazione finanziaria di circa 900 milioni di euro annui, a valere sui fondi del Gestore dei Servizi Energetici.
Esempi di aziende con impianti agrivoltaici in Italia
L’azienda agricola Fratelli Muratori, presso la Tenuta di Villa Crespia, ha completato la realizzazione di un impianto agrivoltaico di 200 kWp sopra un vigneto di uve per vino in Franciacorta nel 20101.
- L’azienda agricola Enervitabio Santa Reparata, in Sardegna, ha installato un impianto agrivoltaico di 1 MWp su una superficie di 10 ettari, dove coltiva ortaggi biologici e alleva pecore da latte.
- L’azienda agricola Sun’Agri, in Francia, ha sviluppato un impianto agrivoltaico di 1,5 MWp su una superficie di 4,5 ettari, dove coltiva albicocche, ciliegie e uva da tavola. L’impianto utilizza dei pannelli solari mobili che si orientano in base alle condizioni climatiche e alle esigenze delle piante.
Fattori che determinano redditività di un impianto
La potenza dell’impianto e la quantità di energia elettrica prodotta e consumata
- Il tipo di coltura e il suo fabbisogno di luce, acqua e temperatura
- Il tipo di struttura e di tecnologia dei pannelli solari
- Il tipo e l’entità degli incentivi e dei contributi disponibili
- I costi di installazione, manutenzione e gestione dell’impianto
Per valutare la redditività di un impianto agrivoltaico, si può utilizzare un indicatore chiamato Tasso Interno di Rendimento (TIR), che esprime il rendimento annuo dell’investimento in termini percentuali. Il TIR si calcola confrontando i flussi di cassa in entrata (provenienti dalla vendita o dal risparmio dell’energia e dagli incentivi) con i flussi di cassa in uscita (relativi ai costi dell’impianto). Un TIR positivo significa che
l’investimento è conveniente, mentre un TIR negativo significa che l’investimento è in perdita.
Per calcolare il TIR di un impianto agrivoltaico, si può utilizzare un foglio di calcolo o un software apposito, inserendo i dati relativi all’impianto e alle sue prestazioni. In alternativa, si può consultare un esperto del settore o un’azienda specializzata, che potrà fornire una stima personalizzata e affidabile.
I principali costi di un impianto agrivoltaico:
- Il costo dei moduli fotovoltaici e delle strutture di sostegno, che dipende dalla potenza, dalla tecnologia e dalla configurazione dell’impianto
- Il costo delle opere di installazione, che dipende dalla tipologia e dalla complessità dell’intervento
- Il costo delle attrezzature e dei servizi aggiuntivi, come i sistemi di accumulo, di monitoraggio, di raccolta dell’acqua, di fertirrigazione, ecc.
- Il costo della manutenzione e della gestione dell’impianto, che dipende dal livello di efficienza e di affidabilità dell’impianto. Il costo di un impianto agrivoltaico varia in base alle caratteristiche specifiche di ogni progetto, ma si può stimare una media di circa 1.500 €/kW per la realizzazione dell’impianto e di circa 30-50 €/kW/anno per la manutenzione e la gestione dell’impianto.
Questi costi possono essere ridotti grazie agli incentivi e ai contributi disponibili, che ne aumentano la convenienza e la redditività.
Impianti agrivoltaici, quali rischi ambientali o sanitari
Al contrario, possono apportare benefici per l’ecosistema e per la salute umana, grazie alla produzione di energia pulita e alla conservazione delle risorse naturali. Tuttavia, come per ogni attività umana, gli impianti agrivoltaici possono presentare alcuni potenziali impatti negativi, che devono essere preventivamente valutati e mitigati. Tra questi, possiamo citare:
- L’alterazione del paesaggio e del patrimonio culturale, che può essere limitata scegliendo con cura la localizzazione, la dimensione, la forma e il colore degli impianti, in armonia con il contesto territoriale.
- L’effetto isola di calore, che può essere ridotto utilizzando dei pannelli solari con un alto coefficiente di riflettanza e con una buona ventilazione, in modo da minimizzare l’assorbimento e la dispersione di calore.
- L’emissione di sostanze inquinanti, che può essere evitata utilizzando dei materiali ecocompatibili e riciclabili per la costruzione e lo smaltimento degli impianti, e seguendo delle buone pratiche di manutenzione e pulizia.
- L’interferenza con la fauna selvatica, che può essere prevenuta installando delle barriere fisiche o elettroniche per impedire l’accesso agli animali, e monitorando la presenza di uccelli e insetti che possono essere attratti o disturbati dalla luce riflessa dai pannelli.
In conclusione, gli impianti agrivoltaici sono una soluzione sostenibile e sicura per l’agricoltura e l’ambiente, a condizione che siano progettati e gestiti con criteri di qualità e responsabilità. Per la realizzazione degli impianti agrivoltaici, bisogna rispettare le normative vigenti in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, di tutela del paesaggio e dell’ambiente, di sicurezza elettrica e antincendio, di autorizzazioni e permessi edilizi e urbanistici, di incentivi e contributi.
Ultimo decreto energia
Pubblicato sul sito del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica il Decreto 414/2024 sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, CER. Il testo promuove la creazione e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia.