La peronospora devasta il settore vitivinicolo: in Sicilia produzione giù del 30%
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Quando parliamo degli effetti del cambiamento climatico sull’agricoltura, non dobbiamo pensare solo problemi quali siccità, gelate, caldo torrido o grandinate inconsuete. O almeno, pensare che i pericoli siano solo questi è riduttivo. L’insidia silente che in Sicilia ha devastato il settore della viticoltura mettendolo in ginocchio si chiama Plasmopara viticola, causa di una delle malattie più devastanti per la vite. Un fungo patogeno che compromette la produzione sia a livello quantitativo che qualitativo.
Il dramma della Sicilia, cos’è la peronospora
Piogge abbondanti e continue, poi il caldo invivibile di luglio che ha letteralmente bollito gli acini e infine numerosi incendi di larga portata che hanno devastato numerosi ettari di vitigni. Da maggio 2023 la situazione per l’agricoltura dell’isola ha cominciato a prendere una brutta piega e non vi è stata una provincia che non abbia sofferto delle conseguenze meteorologiche e di fitopatie.
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Tra la primavera e l’estate la Sicilia è stata interessata da perturbazioni che hanno creato la perfetta condizione climatica per l’insorgere della peronospora. In agricoltura è chiamata “regola delle tre dieci”: 10° di temperatura media giornaliera, 10 cm di lunghezza media dei germogli e 10 mm di pioggia caduta negli ultimi 1-2 giorni. Questi i fattori che hanno permesso alle oospore (i funghi, per intenderci) di passare dalla terra alle piante attraverso gli schizzi della pioggia o il vento e far partire le infezioni primarie.
A livello visivo, i danni principali appaiono sulle foglie che possono presentare due tipologie di macchia, dette macchie olio e macchie a mosaico. Generalmente si presentano forma tondeggiante di color verde, poi giallastre e infine bianche. Successivamente le macchie necrotizzano portando disseccamenti e caduta delle foglie stesse. Anche i grappoli possono essere colpiti, presentendo la classica muffa e atrofizzandolo.
Le perdite provincia per provincia
Quello della peronospora a conti fatti, è stato un danno da 351 milioni di euro. Questa la cifra stimata dagli Ispettorati provinciali dell’agricoltura, precisando che le maggiori perdite si sono verificate nelle aziende biologiche. Gli effetti del patogeno sono stati più o meno intensi a seconda delle province, con un range di rovina dal 25% al 95%. A pagare il prezzo più caro troviamo la zona di Agrigento con un danno complessivo di 161.523.480 milioni di euro. Perdite maggiori, circa un 75%, per i vigneti da mosto mentre i vigneti da tavola sono stati colpiti al 40%.
Dimezzata la produzione a Trapani con perdite che sfiorano gli 81 milioni di euro. Anche la provincia di Palermo ha registrato perdite enormi che si agiarono attorno ai 70 milioni di euro. La percentuale in merito alla tipologia di uva contaminata è la medesima della provincia di Agrigento. Dalle parti di Catania, sui fianchi dell’Etna in special modo, sono svanite il 70-90% delle uve da vino. Un danno da ben 16 milioni e 800 mila euro. In provincia di Ragusa i vitigni di Zibibbo e Malvasia hanno avuto la peggio e la rimessa è stata di 11 milioni di euro. Infine, nel nisseno, la provincia di Caltanissetta, perdite tra il 40 ed il 50% con infezioni da peronospora irregolari. La perdita rispetto agli alti comuni è stata comunque più contenuta, circa 1 milione e 700 mila euro.
Stato di calamità
L’editoriale
Parevole favorevole per la giunta della Regione Sicilia in merito alla proposta di declaratoria calamità naturale per danni causati da attacchi di peronospora. Come negli atti della delibera redatti dagli Ispettorati provinciali dell’agricoltura, i danni sono stati frutto degli andamenti stagionali straordinari i quali non potevano essere previsti e controllati in modo diretto dalla funzione imprenditoriale. Inoltre, le piogge ravvicinate nel tempo hanno impedito di intervenire tempestivamente contro le infezioni con trattamenti antiperonosporici, generando numerosi danni e una compromissione economica.
Nel frattempo è passato in prima lettura il Decreto Asset, con importanti misure per le imprese viticole colpite dalla peronospora e non assicurate. La ripartizione dei 7 milioni stanziati sarà fatta sulla base dei fabbisogni evidenziati dalle domande regionali per accedere al Fondo di solidarietà nazionale. Inoltre, per le aziende che vinificano ci sarà la possibilità, limitata al solo periodo di vendemmia 2023, di omettere l’annata di produzione delle uve in etichetta. La condizione è che il 70% delle eve deve essere vendemmiato nell’anno corrente.