Le professioni più richieste nella green economy
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Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti del nostro tempo e per affrontarla è necessario uno stravolgimento totale del modo in cui viviamo e lavoriamo. Da qualche anno è così aumentata la richiesta di nuovi profili professionali con inedite skills, spinta da aziende sempre più propense a sostenere investimenti green e sostenute da misure politiche volte a facilitarne l’ampliamento.
L’attenzione verso pratiche atte a tutelare il pianeta e la corsa verso la transizione energetica sta modificando il mercato del lavoro, ridefinendolo in un’ottica futuristica. I green jobs sono le professioni ed impieghi che contribuiscono a promuovere la sostenibilità, o come li definisce la Commissione Europea, sono lavori che vengono creati, sostituiti o ridefiniti nello sviluppo di un’economia più verde.
Qualche numero
All’alba delle nuove tendenze tecnologiche scese in campo per migliorare la salute del nostro pianeta, non erano mancate previsioni catastrofiche su una disoccupazione di massa. Affermazioni forti, ma subito smentite da rapporti di ricerca a dimostrazione della necessità di una nuova forza lavoro. La Green Economy e tutto ciò che ne concerne non va, e non andrà, a tagliare posti di lavoro, piuttosto trasformerà alcuni di quelli già in essere e ne creerà altri, dovendo disporre di nuove abilità e competenze per la sua realizzazione.
Il report di Unioncamere ha evidenziato come entro il 2026 questa nuova visione del mondo richiederà tra i 2,4 e 2,6 milioni di nuovi occupati tra imprese e Pubblica Amministrazione, con professionalità tecniche e specialistiche esperte in ambiente, economia circolare, ecosostenibilità e risparmio energetico.
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La decima edizione di Renewable Energy and Jobs: Annual Review dell’IRENA, prodotta in collaborazione con l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), illustra come nell’anno passato si siano registrati 5 milioni di occupati nel settore fotovoltaico, la fetta più grande nel generare nuove necessità occupazionali tra le rinnovabili, 2,5 milioni nei comparti dell’idroelettrico e dei biocarburanti e 1,4 milioni nell’industria dell’eolico. In totale, le fonti rinnovabili nel 2022 hanno dato lavoro a più di 13,7 milioni di persone. Parlando di prospettive future, globalmente nel 2030 si potrebbero raggiungere 38 milioni di posti di lavoro in più. I dati sono favorevoli, ancor di più considerando che la crescita da un decennio a questa parte non si è mai fermata.
Settori alla ricerca del green
Chi più e chi meno, tutti oggi sentono la necessità di colorare le proprie strategie di verde. Indubbiamente ci sono settori che richiedono personale a più alta specializzazione in materie strettamente collegate alla green economy, ma in linea di massima sono poche le attività economiche a rimanere fuori dai perimetri del nuovo modello di business.
Riprendendo i numeri di Unioncamere, nel quadriennio 2017-2021 ben 531 mila aziende hanno investito in tecnologie e soluzioni green generando una domanda di profili legati alla sostenibilità in tutti i settori con alcuni picchi nelle imprese dove l’impatto ambientale è maggiore. L’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (ANPAL) nella sua “Analisi della domanda di competenze legate alla green economy nelle imprese” ha delineato le imprese che ad oggi più investono nei green jobs. Tra queste risultano le industrie chimiche, farmaceutiche, automobilistiche, petrolifere, della gomma, della plastica, delle costruzioni, e della publicutility. Infine, secondo ANPAL la necessità del green si cela anche nel settore del turismo, del trasporto, della logistica, della ristorazione, della sanità, dell’istruzione e del supporto alle imprese.
I green jobs
L’editoriale
Tra le figure ad alta specializzazione troviamo primi tra tutti gli ingeneri, declinati su più profili. Che siano ambientali, energetici o verticali sulla ricerca e progettazione di materiali green, il loro compito è di progettare opere trovando soluzioni a basso impatto ambientale per limitare i danni agli ecosistemi.
In ascesa anche gli Energy manager, coloro deputati al controllo di tutti gli aspetti energici all’interno di un’azienda, al fine di ottimizzare i consumi e migliorarne l’efficienza da fonti rinnovabili.
Gli Eco-architetti sono invece incaricati, insieme agli ingegneri di cui sopra, di progettare palazzi (green building) che possano rispettare l’ambiente, comprendere al loro interno aree verdi, migliorarne il design al fine di sfruttare la luce naturale e far mantenere all’interno degli ambienti temperature adeguate così da non dover ricorrere all’uso eccessivo di riscaldamenti o condizionatori.
Il Project manager ambientale è un professionista in supporto alla direzione tecnica che concentra le sue competenze sul tema della sostenibilità, sia sul piano organizzativo che economico-finanziario, su attività ad alto impatto ambientale.
Molto influente oggi la figura del giurista ambientale, per rimanere al passo con la copiosa normativa nazionale e comunitaria sulle energie rinnovabili e gli obblighi sulla sostenibilità aziendale.
Si aggiungono tutte le professioni green legate al marketing, che vanno dalla comunicazione al design dei prodotti. Figure molto richieste dal momento che l’attenzione dei consumatori riguardo la responsabilità sociale delle imprese è sotto la lente d’ingrandimento.
Infine, sono in espansione tutti i lavori tecnici legati al settore delle rinnovabili. Occorre quindi convertire ed elargire nuove competenze a tutti i professionisti tecnici ed il settore operaio.
Il ruolo della formazione
Navigando tra i siti universitari non possono non saltare agli occhi i corsi di laurea dedicati alla green economy, blu economy e all’economia circolare. Materie che, visto l’andamento, dovrebbero essere impartite fin dalle superiori, così da lastricare di conoscenze la strada dei giovani che ben presto occuperanno il mercato del lavoro.
Un percorso formativo che deve essere incentivato il più presto possibile per colmare il gap tra le necessità di forza lavoro green e l’effettiva disponibilità di tali professionisti. Come si evince dal Global Green Skills Report 2023 di LinkedIn, ad oggi solo 1 persona su 8 possiede una o più competenze verdi. Un ostacolo da togliere di mezzo per non arrestare la corsa della transizione in atto.