Tiroide, quali sono i cibi da evitare?
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La tiroide è una piccola ghiandola dal grande impatto sul benessere generale del nostro corpo. Quando questa ghiandola non funziona correttamente, può influenzare una vasta gamma di funzioni vitali, dal metabolismo alla regolazione del peso, dall’umore alla salute generale della pelle e dei capelli. Fortunatamente, oltre ai trattamenti medici tradizionali, esiste un’arma potente nel controllo dei disturbi tiroidei: l’alimentazione. La scelta di cibi nutrienti e adeguati può svolgere un ruolo cruciale nel supportare la funzione tiroidea e mitigare i sintomi associati all’ipotiroidismo e all’ipertiroidismo.
Cos’è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo, appena sotto la cosiddetta “mela di Adamo”. La sua funzione principale è quella di produrre ormoni che regolano il metabolismo del corpo, influenzando numerosi processi vitali, tra cui il metabolismo energetico, la temperatura corporea, il battito cardiaco, la crescita e lo sviluppo.
Gli ormoni tiroidei prodotti dalla ghiandola tiroidea includono la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), che vengono rilasciati nel flusso sanguigno e influenzano l’attività metabolica di praticamente ogni cellula nel corpo. La produzione di questi ormoni è regolata dall’ipotalamo e dall’ipofisi attraverso un meccanismo di feedback che coinvolge l’ormone tireotropo (TSH).Quando la tiroide non funziona correttamente, possono verificarsi vari disturbi, tra cui ipotiroidismo e ipertiroidismo, che possono avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere complessivi dell’individuo.
I disturbi della tiroide
L’ipotiroidismo si verifica quando la ghiandola tiroidea non produce abbastanza ormoni tiroidei. Le cause possono includere anomalie congenite, malattie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto, interventi chirurgici alla tiroide o trattamenti radioterapici, carenza di iodio, o uso di alcuni farmaci. I sintomi comuni dell’ipotiroidismo includono affaticamento, aumento di peso, sensazione di freddo, stitichezza, pelle secca, capelli fragili, depressione e rallentamento delle funzioni mentali.
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L’ipertiroidismo è il contrario dell’ipotiroidismo, e si verifica quando la ghiandola tiroidea produce eccessivi ormoni tiroidei. Le cause possono includere malattia di Graves-Basedow (un disordine autoimmune), noduli tiroidei che producono autonomamente ormoni tiroidei in eccesso, tiroidite subacuta (infiammazione temporanea della tiroide), o troppa assunzione di iodio. I sintomi dell’ipertiroidismo includono perdita di peso, nervosismo, irritabilità, palpitazioni, aumento della sudorazione, tremori, debolezza muscolare, sensibilità al caldo e irregolarità del ciclo mestruale nelle donne.
Entrambe le condizioni richiedono una diagnosi accurata da parte di un medico e un trattamento appropriato per gestire i sintomi e mantenere l’equilibrio degli ormoni tiroidei nel corpo.
Attenzione allo iodio
Abbiamo visto come questo elemento sia determinante per chi soffre di disturbi alla tiroide e dunque essenziale per la salute della tiroide, ma è importante mantenere un certo equilibrio. Chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe evitare carenze di iodio, ma non necessariamente aumentare l’assunzione oltre i livelli raccomandati. D’altra parte, le persone con ipertiroidismo dovrebbero limitare l’assunzione di iodio, poiché un eccesso potrebbe peggiorare la condizione.
Il tutto a fronte di una valutazione medica per capire l’origine del disturbo, per quanto possibile, e individuare la propria necessità.
Per ridurre l’assunzione di iodio, è consigliabile utilizzare il sale non marino o senza iodio, come quello dell’Himalaya, e consumare con moderazione gli alimenti che ne contengono grandi quantità. È importante conoscere il contenuto di iodio nei cibi per gestire adeguatamente l’assunzione di questo nutriente, soprattutto per chi soffre di ipertiroidismo, al fine di evitarne o moderarne il consumo, sempre seguendo il parere del proprio medico.Alcuni alimenti, come cavoli, broccoli, cavolfiori, soia, semi di lino, rape, ravanelli, miglio e tapioca, possono aumentare di molto il fabbisogno di iodio, specialmente se consumati crudi. Questi alimenti, noti come gozzigeni, possono interferire con il metabolismo dell’iodio. Pertanto, è consigliabile consumarli con moderazione, soprattutto in caso di ipotiroidismo da carenza iodica, e sempre sotto la supervisione di un professionista sanitario.
L’alimentazione in generale
Va chiarito che non vi è una dieta unilateralmente riconosciuta contro i disturbi della tiroide, ma comprendere quali cibi favoriscono o compromettono la funzione tiroidea è essenziale per coloro che vivono con queste condizioni, poiché una dieta ed un’alimentazione equilibrata può aiutare a gestire i sintomi e a promuovere il benessere generale. Nell’insieme, va data priorità ad alimenti ricchi di nutrienti che supportano la salute generale e la funzione tiroidea come frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani. È importante mantenere in equilibrio di carboidrati complessi, proteine e grassi sani in ogni pasto per stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e supportare il metabolismo. Infine, limitare il consumo di cibi processati, cibi ricchi di zuccheri aggiunti e grassi saturi, poiché possono contribuire all’aumento di peso e alla riduzione dell’energia.
L’editoriale
Più nello specifico, gli alimenti consigliati per chi soffre di ipotiroidismo sono solitamente da evitare coloro ai quali è stato diagnosticato ipertiroidismo.
Nell’ipotiroidismo, sono preferibili gli alimenti ricchi di iodio come alghe marine, pesce azzurro, crostacei, latticini, uova, yogurt, mirtilli rossi, fagioli bianchi e cereali integrali. Allo stesso modo è bene consumare alimenti ricchi di selenio come noci del Brasile, tonno, semi di girasole e carne magra, poiché il selenio è coinvolto nella conversione degli ormoni tiroidei. Anche l’olio di cocco, seppur non segnalato dalla medicina ufficiale, sembrerebbe essere in grado di indurre il lavoro della ghiandola tiroidea e sostenere il metabolismo.
Viceversa, per i casi di ipertiroidismo è bene limitare l’assunzione di alimenti ricchi di iodio per favorire alimenti antinfiammatori come frutta, verdura, noci, semi e pesce grasso, che possono aiutare a ridurre l’infiammazione associata all’ipertiroidismo. Infine, si consiglia di ridurre o evitare la caffeina e gli alimenti stimolanti, poiché possono aumentare l’attività tiroidea.
È importante sottolineare che le esigenze dietetiche possono variare da persona a persona e dipendono dalla gravità del disturbo alla tiroide. Pertanto, è consigliabile consultare sempre un medico o un dietologo prima di apportare cambiamenti significativi alla propria dieta o di integrare con iodio o altri nutrienti.